lunedì 30 maggio 2016

Il Fashion rende Victim?

Il settore della moda e dell'abbigliamento, in particolare, è tra i più floridi delle società occidentali. Vestire non rappresenta solo una necessità, ma un piacere, un modo di essere e di pensare: il modo in cui piace e si desidera apparire agli altri ed, in particolar modo,  il modo in cui ci si sente di essere.

Designer e stilisti sono continuamente all'opera per offrirci innovazione, bellezza, colori e tessuti dalle caratteristiche straordinarie. 
MIREAFASHION

Ciò che caratterizza il nostro quotidiano moderno, tuttavia, è la triste realtà introdotta dal Made in China: tessuti sintetici, economici ed inosservanti delle direttive CEE affascinano ormai intere schiere di giovani (e non) donne, attratti dalla possibilità di poter acquistare Fashion a buon mercato ed in grande quantità, per garantirsi i tanti dress necessari per rientrare nelle imposizioni attuali dei codici consuetudinari di abbigliamento che esigono un immagine della donna  abbigliata in modi sempre diversi; Dress Codes decisamente volute dal plagio del consumismo della società contemporanea e dalle politiche di marketing sinistre. 

I tessuti sintetici ed i colori tossici, tuttavia, non fanno più solo parte, da tanto ormai, del Chinese Shop dalle lanterne rosse  "Shiro tse katai" di sotto casa. La strategia dello sfruttamento  dei costi di produzione minimi è stata ampiamente incorporata anche dalle grandi aziende produttrici di Moda che traggono palesemente forti guadagni vendendo la sola immagine di un prodotto senza offrirne il contenuto, a scapito della salute del consumatore meno attento. 

La garanzia di qualità offerta dal "marchio" sembra essere un antico retaggio storico-culturale (un esempio è dato dall'abusivismo attorno al cartellino "Made In Italy"). Colori, Luogo di produzione e Composizione costituiscono i concetti cardine da tener ben a mente al momento dell'acquisto. 
MIREAFASHION

Ogni anno migliaia di tonnellate di prodotti contraffatti entrano in Italia e vengono commercializzati. Oltre il 30% dei capi d'abbigliamento importati annualmente è di provenienza cinese. Il problema diventa evidentemente più ingombrante quando riguarda i prodotti originali. Siamo ormai in un mondo di Fashion Victim? Decisamente si, e non solo nel senso di persone che seguono acriticamente le mode del momento. 

Nel contesto di tossicità si annovera, oltretutto, anche la scarsezza di trasparenza da parte dei marchi più in voga ed onnipresenti nei centri commerciali.  Disinformare e manipolare il consumatore conviene! Scegliere di non trattare o bistrattare l'ambiente e la salute confluisce nel doppio dramma della delocalizzazione della produzione :  del  paese produttore e   del consumatore. 

L'informazione e la ricerca di qualità sono le chiavi del ritorno al benessere, del rispetto dell'ambiente, della società e di noi stessi...

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